Il mio papà non è un ingegnere,
non è un medico né un banchiere;
il mio papà non fa l’architetto,
non è avvocato, ma è semplicemente perfetto!
Mi sorride alla mattina,
mentre beve dalla tazzina,
mi accarezza con la mano,
mentre mi insegna a guardare lontano.
Si alza presto per farmi compagnia,
e mi guarda alla finestra mentre vado via;
mi sta vicino quando sono in difficoltà,
e mi parla di amicizia, conoscenza e libertà.
Quando mi faccio una domanda,
lui sa sempre la risposta, precisa e tonda;
e se, per caso, non la sa, se la inventa,
sorridendomi con aria contenta.
Alla sera mi legge di mostri e principi coraggiosi,
e di mille mondi fantasiosi.
Così mi addormento felice e sereno,
perché so che lui veglia su di me come un guerriero norreno.
Penso ai bimbi che non hanno più il papà,
o che si chiedono: in questo momento dove sarà?
Mi spiace che debbano crescere senza di lui:
questi anni di gioia possono diventare anni bui.
Visto che oggi è la sua festa,
l’ho abbracciato e baciato sulla testa,
dicendogli “ti voglio bene, papà”
non andartene mai da quà!!!
Passano gli anni,
Aumentano preoccupazioni e affanni.
Cresce il giovane virgulto,
Matura e diventa adulto.
Verrà il momento della distanza,
Dell’affrontare da solo questa danza,
M’inorgoglisce vederlo decidere
Studiare, riflettere e sorridere.
Ad ogni padre andrebbe garantito
Il sogno più ambito:
vedere crescere e realizzarsi
quella parte di se che stentava ad alzarsi
Quel nanetto sorprendente
Che sorridendo incantava la gente
Quella fonte di sacrifici e soddisfazioni
Che permette lo scorrere delle generazioni.
In questo giorno in cui per convenzione
Si festeggia la paterna tradizione,
Il mio pensiero va a Stefano, Domenico,
Claudio, Giovanni ed Enrico.
Padri che si sono dovuti fermare
ancor prima di arrivare,
Sperando che abbia ragione chi crede
Che da lassù, meglio si vede.