MURI

MURI

Viviamo circondati da muri: fisici, ideali, mentali. Quel giovedì 9 novembre 1989 ne cadeva uno che aveva rappresentato un sistema politico e di oppressione. Cadeva un’idea che era nata e germinata da ottime premesse e presto si era persa tra l’avidità e il senso del potere e del possesso.
Berlino rappresentava il gioco di forze e pressioni che dividevano le due superpotenze, ma i cittadini, gli abitanti di quella città e di tutto il blocco sovietico, venivano schiacciati e vessati dai loro stessi governanti. Una dittatura silenziosa rispetto a quella appena terminata, ma altrettanto spietata. Per la prima volta si costruiva un muro per impedire l’uscita e non per difendersi dall’entrata di qualcuno.
Aver vissuto la storia dovrebbe permettere di non dimenticarla, di non ripetere gli stessi errori. Purtroppo pare che certi eventi diventino spunti e suggerimento per menti bacate.

 

L’anno 1961 non è solo centenario della nostra unità,
Ma costruzione del muro delle infamità.
Honecker in una notte, fece partire la costruzione
Che cambiò per sempre la storia di una nazione.

Seppur all’inizio la dottrina comunista
Aveva un presupposto di eguaglianza e non di conquista,
L’avidità di pochi prese in breve il sopravvento,
Lasciando il popolo illuso e scontento.

La dittatura comanda con pugno di ferro,
Nulla al caso, tutti all’inferno.
Non ci sono detrattori, ma tutte spie
Non ci sono regole, ma solo gerarchie.

Il capo, sommo sovrano
La Stasi controllo inumano.
Tutto era filtrato, monitorato, modificato
Le lettere aperte, la tua vita era per lo stato.

Stasi: il ministero della paranoia

Il filo spinato correva lungo tutta la lunghezza
E i cavalli di Frisia avevan ben poca destrezza
155 metri a separare due popoli, due culture,
302 torri di guardia a difesa dell’arroganza del potere.

Dottrina della sovranità limitata,
Diritto sovietico di controllare ogni apertura, pur limitata,
Verso il vile occidente
Guerra fredda tra potenze dell’antico tridente.

Aver sconfitto la Germania Nazista
Apri ad un altro genere di conquista:
Sovranità del comunismo
Sulle logiche del consumismo.

 

Così pensavano, ma era diverso
Era repressione di libertà, caccia al diverso
Non dissimile da quanto vediamo ancora adesso,
Dove i muri si alzano contro un nemico apparente e dimesso

Muri per dividere e muri per difendere
Muri per recintare e offendere,
Muri nella testa, che la diversità spaventa
Molto più che una servile mandria.

Muri e incendi per far vincere il nulla,
Cultura, interessi, passioni fin dalla culla,
Tutto eliminato, confinato fuori dalla testa
Pochi comandano su quanto resta.

Io sono un Berlinese, disse il presidente.
Tutti gli uomini liberi lo sono di mente.
Trent’anni dovettero passare
Per vedere la luce tra quel muro, filtrare.

A me vien da dire che sono romano di Centocelle,
Sono profugo, sono ribelle.
Sono islamico, cattolico, ebraico e buddista
Son sognatore, curioso e idealista.

Voglio muri fatti di libri
Teste pensanti e grandi equilibri.
Voglio muri di amplificatori
Per diffondere la musica e i suoi colori.

Voglio muri di intelligenza
Che uniscono forma e sostanza.
Voglio muri, montagne d’amore,
Utopia infinita per un mondo migliore.

Pubblicato da grammaticadellafantasia

“Se avessimo una Fantastica, come una Logica, sarebbe scoperta l’arte di inventare” Novalis (1772-1801) Grammatica della Fantasia è un omaggio a Gianni Rodari, alla sua capacità di capire chi ascoltava e inventare storie che potessero conquistarlo. Essere un alchimista della parola è possibile anche in questo mondo fatto sempre più di immagini, di forma, di apparenza. L’obbiettivo e ampliare il proprio orizzonte attraverso “la carica liberatoria della parola” che diventa carburante e mezzo di trasporto verso la concretizzazione dell’immaginazione.