Quando C’era lui – 25 aprile 2019

Quando c’era lui… e per fortuna non c’è più! Mi stupisce sempre la polemica, strumentale e trasversale che ogni anno circonda la festa della liberazione. Un giorno che dovrebbe solo servire a ricordare quanto la nostra libertà di parola, espressione, pensiero (troppe volte usata male) sia figlia di una guerra contro l’oppressione, contro l’idea di regime che non ha colore, se non quello della volontà di soggiogare le libertà altrui.
Cosi, mi vien da scrivere qualche rima su una storia che non deve essere mai dimenticata.
Viva la libertà!

Quando c’era lui, Giacomo Matteotti
Fece una fine coi botti.
Quando c’era lui, non potevi scrivere quello che pensavi.
Ti arrestavano anche se manifestavi.

Quando c’era lui, magari i treni arrivavano puntuali,
Anche quando ti portavano al confino, i federali,
Che i partiti non c’erano più,
Ed era tutta una nera tribù.

Cosi, quando c’era lui, nel millenovecentotrettotto,
arrivarono le leggi razziali e si apri il ghetto.
Molti bambini non poterono più andare a scuola,
Perché lui vaneggiava di una società nuova.

Quando c’era lui, parlava anche baffetto,
L’austriaco piccolo e brunetto
Che inneggiava ad una razza di alti, biondi e occhi azzurri.
Mica come noi (e lui:-), piccoli, neri e buzzurri.

Si arrivò cosi ad alleanza con i nazisti,
Ovvero La versione ancora più idiota dei fascisti.
Si andò a far la guerra, spezzando reni qua e là,
Con manganelli e olio di ricino di qualità.

Poi, visto che non c’era spazio,
Inizio la deportazione e il supplizio,
di Ebrei, Omosessuali, Testimoni,
Dissidenti. Tutti, tranne i coglioni.

Quelli erano al comando, e non solo in Italia.
Che la dittatura non è colore, idea, ma solo marmaglia.
Ovunque ci sia qualcuno che opprime
Idee diverse e libertà, si vive in un regime.

Poi, tutto cambiò:
il codardo Savoia scappò,
Gli amici diventarono nemici,
E i nemici si trasformarono in amici.

Che gran confusione! Il fascio di Benito
Un bel ribaltone aveva subito,
Cosi i mericani iniziarono a liberare le coste,
Cominciando dove le mandorle erano più toste.

Sui pendii alpini
Scappavano uomini, donne e bambini.
La guerra civile era cominciata,
E nessuna città poteva dirsi liberata.

Bande improvvisate cominciarono a batter i sentieri.
Disseppellivano le armi, i nuovi guerrieri.
Lungo le cime più ardite andavano i giovanotti,
Pieni di energia e ideali. Di libertà eran ghiotti.

La resistenza era cominciata!
Il vile traditore non avrebbe avuto vita agiata.
Ovunque si combatteva,
Ovunque la libertà si difendeva.

Furono due anni terribili.
Di freddo, di odio, di rappresaglie temibili.
Pian Piano si fece l’Italia liberata,
Ogni 25 aprile celebrata.

Non cadiamo in tentazione.
Non lasciamoci confondere dalla strumentalizzazione.
Questa è festa di libertà senza colori
Di pace, e alti valori.

Gli stessi che ispirarono i padri costituenti
A rediger quei documenti:
La nostra Costituzione,
L’orgoglio di una nazione!

Pubblicato da grammaticadellafantasia

“Se avessimo una Fantastica, come una Logica, sarebbe scoperta l’arte di inventare” Novalis (1772-1801) Grammatica della Fantasia è un omaggio a Gianni Rodari, alla sua capacità di capire chi ascoltava e inventare storie che potessero conquistarlo. Essere un alchimista della parola è possibile anche in questo mondo fatto sempre più di immagini, di forma, di apparenza. L’obbiettivo e ampliare il proprio orizzonte attraverso “la carica liberatoria della parola” che diventa carburante e mezzo di trasporto verso la concretizzazione dell’immaginazione.