La Rivoluzione Tecnologica?

Non si può contrastare una rivoluzione totalizzante come quella tecnologica che stiamo vivendo. Il nostro Io reale ha una copia digitale che troppo spesso ci piace di più.
Il rischio è di perdere le sensazioni e le emozioni concrete, preferendo sempre di più quelle simulate. La nostra immagine virtuale non deve avere il sopravvento su quella reale.
Possiamo scegliere, anche in questo caso.
Probabilmente saranno i nostri figli a riportarci alla saggezza, loro che gestiscono (non sempre) al meglio questa rivoluzione.
Il nostro compito, ancora possibile, è permettergli di conoscere la vecchia e concreta realtà.
Per evitare che tutto si perda, metto in rima qualche considerazione.

Lo sguardo incollato allo schermo,
Il dito mai fermo
A scorrere quella vita digitale
Che si scontra con il reale.

Giacca, cravatta, scarpe lucide;
Faccia sorniona, ilare o truce.
Tutto passa da quel dispositivo
Che ti fa sentire connesso, quindi vivo.

Dalle donne poco vestite,
Alle auto rombanti e ambite,
Dai cuccioli irresistibili
Ai bambini terribili.

Qualche scorcio di politica
Qualche altro di creatività atipica,
Una goccia di buon senso,
Sentimentalismo e sarcasmo.

Giochi, giochini e intrattenimento
Messaggi veloci che non hai mai tempo!
Ricette di cucina precotte,
E istruzioni per le serrande rotte.

Ti puoi rifare il trucco e l’espressione,
Diventare magro o ciccione.
Ti crescono i capelli,
Puoi riempirti di gioielli.

Raggiungibile in ogni momento,
Responsivo, adattativo e contento.
Rabdomante del nuovo secolo,
Connettore di questo nuovo miracolo.

Certo, lo specchio è traditore…
Ti restituisce il tuo io interiore,
La tua essenza, quella riposta,
Quella che tieni ben nascosta.

Che balordo quel riflesso!
Guarda che faccia un da fesso,
Cosi lontano dallo splendore
Di tanto digitale ardore.

Fortuna che lei non ti conosce!
Che tuba con il tuo stato che nasce.
Ogni giorno splendente.
In ogni attimo rilucente.

Un po’ come quando guardi quelle immagini.
Quelle della spiaggia e delle montuose propaggini;
Quei posti fascinosi e avvolgenti,
Che mai vedrai senza quelle lenti.

Pensare che invece di far la fila per il nuovo schermo megapollici,
O per la crema lucida indici,
Potresti partire per qualunque destinazione!
Con treno a piedi, in bici. Ti basta andare in stazione.

Pochi soldi per vedere dal vero
Quel mondo reale e sincero.
Volti e parole e storie e timori;
Profumi, brividi e colori.

Poggia per un attimo la tua estensione virtuale,
Anche solo per aprire un libro, un giornale.
Utilizza i sensi che hai ricevuto in dote,
Ascolta, assaggia, senti il vento che ti colora le gote.

Guarda il cielo negli occhi.
Gioca a palla con i tuoi marmocchi.
Rotolati e sporcati di terra scura,
Che non è quello che ti deve far paura.

Corri nei boschi con il cane.
Senti i morsi della fame.
Concediti il lusso di annoiarti,
Di fare niente eppure stancarti

Vivi ogni attimo del tuo tempo.
Il presente reale, quello che passa come un lampo.
Sogna il futuro pieno di cose concrete,
Datti obbiettivi e ambiziose mete.

Sei tu a gestire il tuo destino!
Non il sistema operativo del tuo qualunquefonino.
Usalo, sfruttalo non ignorarne l’esistenza,
Ma tieni sempre la testa dentro la tua sostanza.

Pubblicato da grammaticadellafantasia

“Se avessimo una Fantastica, come una Logica, sarebbe scoperta l’arte di inventare” Novalis (1772-1801) Grammatica della Fantasia è un omaggio a Gianni Rodari, alla sua capacità di capire chi ascoltava e inventare storie che potessero conquistarlo. Essere un alchimista della parola è possibile anche in questo mondo fatto sempre più di immagini, di forma, di apparenza. L’obbiettivo e ampliare il proprio orizzonte attraverso “la carica liberatoria della parola” che diventa carburante e mezzo di trasporto verso la concretizzazione dell’immaginazione.